C’era una volta una chiesa inventata su una pizzeria.
E c’era una volta un sacerdote che, proprio quando aveva smesso di fare il parroco da un’altra parte, fu richiesto di farlo li.
E c’erano tante persone che piene di entusiasmo questa chiesa la vollero a tutti i conti.
E c’erano altre persone che, passando da quelle parti in una sera del settembre 93 videro da una terrazza provenire luci e canti e pensarono si trattasse di una Chiesa evangelica.
E… c’erano fedeli che smisero di essere “fedeli” alle Chiese frequentate da loro abitualmente, sino ad allora, e cominciarono a frequentare là…
E… c’erano una signora organista, improvvisate perpetue, ragazzine chierichette, aiutanti sagrestani , diaconi brontoloni e tanti altri che “davano una mano” battendo ferri d’altare, dipingendo fondali, ricamando tovaglie e quadri…

C’è questa “insolita” parrocchia dove si respira ancora una sana aria di villaggio, perduta altrove; dove la dimensione umana è importante, dove le cose dello spirito non sono bigotte; dove c’è spazio anche per la gioia e il divertimento; dove il parroco, napoletano verace e siciliano di gusto, è sempre sulla breccia; dove i centenari sono in carne, in ossa e in buona salute; dove corrono bambini nati nell’ambito parrocchiale, dove sbocciano amori giovanili di tutto rispetto; dove le vocazioni religiose sono vissute in cristiana disinvoltura; dove si toccano con mano laicità sante, dove c’è solidarietà nel dolore e nella sofferenza, condivisione nella letizia; dove c’è spazio per tutti quelli di buona volontà nelle idee e nelle opere, dove i leprotti brucano tra gioie e divertimento, dove non mancano le imperfezioni… ma per tutto questo è proprio bella la mia Chiesa della Immacolata della Medaglia Miracolosa.

Rosa La Rocca